giovedì 28 ottobre 2010

La Romania e gli Orfani Bianchi

orfani bianchi
Uno sviluppo economico lento, la povertà e la disoccupazione sono solo alcune delle cause che hanno spinto quasi quattro milioni di rumeni ad emigrare in Europa a cercare un lavoro negli ultimi anni.

Padri e madri di famiglia che abbandonano la loro terra natia, la loro famiglia e soprattutto i loro bambini, affidandoli ai nonni, ai membri della famiglia allargata oppure ai vicini di casa.

Nel paese si parla di “orfani da migrazione”, o “orfani bianchi” e l’Unicef ha stimato che essi in Romania siano circa 350.000 e questa emergenza minori negli ultimi 3 anni è cresciuta in maniera vertiginosa, parallelamente all’accesso del Paese all’Unione Europea.

I bambini dopo la partenza di uno o di entrambi i genitori si ritrovano privi delle figure affettive e comportamentali di riferimento ed in molti casi vanno incontro a problemi in ambito scolastico (rendimento scadente, assenteismo dalle lezioni e abbandono scolastico), relazionale (conflitti con i coetanei e tendenza ad isolarsi dal gruppo) e nei confronti della comunità di riferimento (conflittualità con la famiglia allargata, aggressività fisica e verbale nel gruppo dei pari).

Il fenomeno degli orfani bianchi non è certamente da sottovalutare perché i bambini spesso sono costretti a vivere senza una guida anche per due, tre anni e, dovendosela cavare necessariamente da soli, non è raro che ciò generi comportamenti delinquenziali e, in casi estremi, il suicidio.